Messina su Belinelli: “Un giocatore che non ha avuto bisogno di regolamenti federali per giocare….”. Capito Petrucci??!!

Venerdì 11 Aprile è stata lanciata dalla Gazzetta dello Sport una nuova rubrica sportiva dedicata al Basket ed affidata ad Ettore Messina. Il titolo della rubrica è “L’opinione di coach Messina“.

Nella sua prima uscita il coach del CSKA Mosca ha deciso di parlare apertamente della situazione della pallacanestro italiana, facendo riferimento ad uno dei giocatori simbolo della nazionale italiana: Marco Belinelli. Il titolo di questa prima puntata è stato: Brillare dopo momenti di difficoltà non solo è possibile, è obbligatorio.

Messina ha evidenziato come Marco sia riuscito dopo molte difficoltà a ritagliarsi un ruolo da protagonista nella squadra (i San Antonio Spurs) che sta chiudendo al primo posto la Regular Season e che nei prossimi due mesi si giocherà il Titolo NBA 2014. Belinelli gioca in una delle squadre che hanno fatto la storia della NBA e partendo quasi sempre dalla panchina in campionato  sta viaggiando a 11,4 punti, 2.9 rimbalzi e 2.3 assist di media. Sì, nella squadra in cui giocano Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginoboli.

Un dei passaggi che mi sono piaciuti di più nelle parole di Ettore Messina è stato quello in cui ha definito Belinelli come “un giocatore che non ha avuto bisogno di regolamenti federali per giocare, di soluzioni politiche per trovare la sua dimensione, un giocare che si è concentrato solo su quello che doveva fare e si è impegnato, ha sgomitato, senza mai aver trovato scuse anche quando stava in panchina e non giocava“.

Belinelli è un giocatore che ha debuttato in serie A a 16 anni perchè era bravo, non perchè c’erano regolamenti che obbligavano la sua squadra (la Virtus Bologna in quel momento) a farlo giocare. A 19 anni vince il suo primo Scudetto con la Fortitudo giocando dei playoff da protagonista. Poi la NBA, tante difficoltà, ma la voglia di non mollare mai, di lavorare sodo giorno dopo giorno, con il desiderio di migliorarsi sempre di più.

Poi Messina aggiunge che bisognerebbe prendere esempio da Belinelli chiedendosi “Perchè non si prende anche spunto dal modus vivendi di Belinelli? Perchè non si prova a cercare soluzioni tecniche, di impegno, fatica, di libera concorrenza sul mercato invece che solamente politiche?“.

Chissà cosa ne pensa il signor Petrucci che al contrario di quanto vorrebbe Messina pensa solamente a soluzioni politiche (anche perchè tecnicamente non credo abbia nulla da dire). Quel Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, che tempo fa aveva lanciato l’allarme sulle “quote” di italiani nella massima serie del campionato di Basket: “Ci sono troppi stranieri in serie A“.

Scrissi che “bisognerebbe iniziare a lavorare di più sul campo stando un’pò meno alla scrivania e di più in palestra“. Beh, mi piacere che anche Ettore Messina, prendendo Marco Belinelli come spunto, abbia voluto dire la sua su questo argomento. Forse la troppa politica e le poche possibilità di lavorare sono alcuni dei motivi per cui Messina da anni è lontano dall’Italia.

Ettore ha chiuso dicendo che “La pallacanestro italiana è parte della storia europea, è compito di ogni addetto ai lavori, fan o simpatizzante far sì che rimanga tale“. Speriamo che gli sprovveduti che stanno nella stanza dei bottoni, Petrucci in primis, diano la possibilità alle persone che amano il basket  di far qualcosa per riportarlo in alto, dove meriterebbe.

PS: Dimenticavo, Petrucci è lo stesso secondo cui ”Soli due mesi di ritardo sugli stipendi sono fisiologici nel mondo dello Sport”.

Coach Ettore Messina
Coach Ettore Messina

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