Delusione Olimpica

Ho lasciato correre un paio di giorni per far passare la delusione per la mancata qualificazione olimpica della nazionale italiana di basket. La squadra di Ettore Messina sabato sera ha perso dopo un tempo supplementare contro la Croazia la partita decisiva per l’accesso alle Olimpiadi di Rio 2016, manifestazione alla quale gli azzurri non si qualificano dall’edizione 2004 (quando la nazionale di Recalcati chiuse con uno splendido argento).

Ho aspettato a scrivere non solo per la delusione, ma anche per leggermi i tanti commenti tecnici fatti a posteriori dai grandissimi espertoni di basket che bazzicano social media, forum e giornali. Espertoni che come sempre sono venuti fuori con i soliti luoghi comuni e con il classico “non esistono più i giocatori di un tempo“. Ogni volta mi cascano le braccia e fa breccia un sorriso sul mio viso…. ma come sappiamo bene soprattutto in Italia, stando a casa siamo tutti bravi ed in particolar molto siamo molto bravi a criticare, soprattutto a posteriori.

Ettore Messina
Ettore Messina

Dico anche io la mia.

Prima di tutto la delusione è grande. Credevo nella qualificazione, anche se non pensavo che sarebbe stata una passeggiata e che gli azzurri se la sarebbero dovuta giocare nel migliore dei modi. Ci hanno provato, ma non ci sono riusciti. Ma perdere la chance di qualificazione giocando in casa, in un Pala Alpitour colorato di azzurro, questo fa veramente molto male.

Il primo punto che voglio affrontare è la condizione fisica dei nostri giocatori. Se escludiamo Hackett e Melli, non ho visto nessuno al top. La colpa a mio avviso è dei campionati troppo lunghi (soprattutto quello italiano con le serie al meglio delle 7 partite) e di quelli finiti troppo presto (leggi NBA). Ci siamo ritrovati con giocatori fuori condizione e nemmeno un grandissimo preparatore come Cuzzolin è riuscito a sistemare le cose. Vediamo uno per uno i giocatori che hanno patito sotto questo aspetto.

  • Gentile è arrivo cotto dopo una stagione lunghissima iniziata lo scorso mese di Luglio con la preparazione per gli Europei del 2015 e chiusa a metà Giugno,con un paio di infortuni taglia gambe nel coro della stagione.
  • Gigi Datome si è presentato al preolimpico 5 chili al di sotto del suo peso forma. Anche per lui la stagione è stata lunghissima non solo in campionato, ma anche in Eurolega. Non a caso gli è mancata l’esplosività che lo ha sempre contraddistinto.
  • Bargnani non giocava una partita ufficiale da Gennaio. Il Mago non ha mai fatto vedere di essere un agonista, ma se per di più ci ritroviamo un giocatore che non gioca una partita vera da oltre 6 mesi è ovvio che poi lo paghi.
  • Gallinari e Belinelli hanno finito la stagione ad Aprile con diversi problemi fisici ed anche loro non mi sono sembrati al top della forma a livello fisico. Soprattutto Marco ha pagato questa situazione quando, nell’ultima partita contro la Croazia, ha dovuto fare gli straordinari a causa dei problemi di falli dei compagni.
  • Credo che Messina abbia fatto questa valutazione quando ha deciso di lasciar fuori Della Valle e Polonara a favore di Poeta, Tonut e Zerini. Voleva dei giocatori più freschi a livello fisico, ben sapendo che alla fine in una competizione così corta i giocatori che contano sono 9, massimo 10 (la Croazia in finale contro di noi ha giocato in 8!).

Dopo aver parlato della condizione fisica, che a mio avviso è stata decisiva per il risultato finale, provo ad analizzare molto velocemente alcune questioni tecnico/tattiche. Ettore ha lavorato molto bene sull’organizzazione difensiva della squadra, ma purtroppo in finale sono stati commessi 3/4 errori a livello di letture difensive molto gravi che abbiamo pagato a caro prezzo (Simon lasciato colpevolmente solo sui 3 punti in 3 occasioni in cui sono piovute 3 triple nel canestro azzurro). In attacco però abbiamo fatto molta fatica e sinceramente mi aspettavo qualcosa di più dagli azzurri. Mi è sembrato di vedere in troppe occasioni poca lucidità e poche iniziative, magari dettate dal fatto di voler giocare troppo insieme, andando un’pò contro la natura cestistica di alcuni di loro (Belinelli e Gentile in primis). Sinceramente a  livello di atteggiamento offensivo mi era piaciuta di più la nazionale di Pianigiani nell’ultimo campionato europeo.

Ho visto piovere addosso a Gentile molte critiche. Alessandro ha sbagliato diversi possessi (soprattutto diverse letture) decisivi, ma la colpa non è solo sua. Io credo che non fosse nelle condizioni fisiche ottimali per stare in campo, quindi i problema non sono stati (solo) i suoi errori, ma anche e soprattutto il fatto di non avere alternative credibili tali da permettere a Messina di lasciarlo in panchina nel momento in cui c’erano Datome e Gallinari out per falli.

Lo stesso discorso vale per Bargnani. Questo ragazzo ha 31 anni e ci si aspetta che cambi atteggiamento e modo di giocare oggi? Soprattutto in un’annata che lo ha visto finire la stagione agonistica a Gennaio? Ovviamente è impossibile. Ed anche qui il problema non è (solo) Bargnani, ma soprattutto la mancanza di alternative. Cusin (detto pandino per l’impegno e per i chilometri che macina) a livello tattico non è presentabile, ed anche Cervi fa troppa fatica a giocare a certi livelli.

Ci sono state però almeno un paio di note veramente positive in questa spedizione azzurra. Il primo è Niccolò Melli, un giocatore di caratura europea che ha dimostrato di poter essere un punto fermo per la nazionale del futuro. Oltre al gran fisico ed alle doti tecniche Nick ha messo in mostra un QI cestistico veramente elevato che lo ha reso determinante  in questo gruppo L’altro è Daniel Hackett che è cresciuto molto nell’ultimo anno all’Olympiacos. Deve trovare ancora un’pò di fiducia nel tiro da fuori, un fondamentale sul quale ha lavorato tanto e su cui dovrà ancora lavorare a partire da questa estate.

Ora però è necessario che escano fuori altri giocatori di livello internazionale che possano essere di aiuto a questa nazionale. Per farlo c’è bisogno di lavorare tanto e bene nel settore squadre nazionali e soprattutto bisogna provare a dare fiducia ai ragazzi facendoli giocare. In giro ci sono alcuni prospetti interessanti (uno su tutti Davide Moretti, classe 1998),ma bisogna aver pazienza permettendo loro di sbagliare e di crescere. per farlo non c’è bisogno di regole per farli giocare, perchè l’obbligo di far giocare gli italiani serve solo a far guadagnare tanti soldi a giocatori che non lo meritano, con l’aggravante che firmando grossi contratti questi giocatori pensano anche di essere dei fenomeni. I minuti in campo vanno guadagnati con il sudore in palestra, sputando sangue ogni volta che si scende in campo, con umiltà e determinazione.

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