Giocatori “mancini”: i playmaker della NBA

Brandon Jennings

Voglio inaugurare oggi una specie di rubrica dedicata allo sport ed in particolare ai giocatori mancini. Partirò ovviamente dal Basket, iniziando con la NBA, per poi vedere se proseguire anche per altri sport.

Secondo alcuni studi, una persona se è mancina sviluppa molto di più l’emisfero destro, ovvero quello della fantasia, dell’ingegno e dell’emotività. Questo porta i mancini ad apprendere più facilmente e più velocemente le cose.

Partiamo con i playmaker della NBA attualmente in attività.

IL MIGLIORE: Brandon Jennings – Senza dubbio oggi come oggi il miglior playmaker mancino in attività è Brandon Jennings, playmaker dei Milwaukee Bucks, classe ’89, visto anche in Italia con la maglia della Virtus Roma nella stagione 2008/2009. In questi suoi primi 3 anni nella NBA ha prodotto dei numeri veramente interessanti, continuando costantemente nella sua crescita e diventando in poco tempo il leader della sua squadra. Quest’anno viaggia a 19 punti e 5,7 assist di media ai quali aggiunge anche 1,5 rubate per sera.

IL VETERANO: Derek Fisher – Pluricampione NBA con i Los Angeles Lakers, capitano dei gialloviola insieme a Kobe Bryant, “il pescatore” è un giocatore ormai sul viale del tramonto. Il suo tiro dalla distanza non è più affidabile come un tempo, però sarà sempre un grande Buzzer Beater e quando gli capita in mano l’ultimo tiro gli avversari tremano.

OUTSIDER: Mo Williams e Delonte West – Entrambi vicini ai 30, compagni di squadra per due anni nei Cleveland Cavs di Lebron James, non hanno mai dato l’impressione di poter diventare dei Big Player. Williams sembra più affidabile, soprattutto al tiro e come point man, mentre West è più un giocatore di rottura.

Tornando indietro nel tempo, non ricordo moltissimi playmaker mancini nella NBA.

Avery Johnson: Forse il migliore fra quelli che ricordo. Un giocatore vero, uno di quelli a cui affidare l’ultimo tiro, un condottiero. E’ playmaker che ha portato gli Spurs al loro primo titolo NBA.

Damon Stoudamire: Rookie of the year nel 1996 con la maglia dei Toronto Raptors, dopo un’annata chiusa con 19 punti e 9 assist di media, sembrava destinato ad una grande carriera. Purtroppo il passaggio a Portland non si rivelò una mossa felice e non riuscì a fare quel salto di qualità che tanti si aspettavano.

Avery Johnson

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